lunedì 20 aprile 2009

Manifesto

"Oh. Ma con i versi si fa ben poco, quando li si scrive troppo presto.
Bisognerebbe aspettare e raccogliere senso e dolcezza per tutta una vita e meglio una lunga vita, e poi, proprio alla fine, forse si riuscirebbe poi a scrivere dieci righe che fossero buone. Poiché i versi non sono, come crede la gente, sentimenti (che si hanno presto), sono esperienze.

Per un solo verso si devono vedere molte città, uomini e cose, si devono conoscere gli animali, si deve sentire come gli uccelli volano, e sapere i gesti con cui i fiori si schiudono al mattino. Si deve poter ripensare a sentieri in regioni sconosciute, a incontri inaspettati e a separazioni che si videro venire da lungi, a giorni d'infanzia che sono ancora inesplicati, ai genitori che eravamo costretti a mortificare quando ci porgevano una gioia e non la capivamo (era una gioia per gli altri), a malattie dell'infanzia che cominciavano in modo così strano con tante trasformazioni così profonde e gravi, a giorni in camere silenziose, raccolte, e a mattine sul mare, al mare, a mari, [...] e non basta ancora poter pensare a tutto ciò. Si devono avere ricordi di molte notti d'amore, nessuna uguale all'altra, di grida di partorienti, e di lievi bianche puerpeure addormentate che si rinchiudono. Ma anche presso i moribondi si deve essere stati, si deve essere rimasti con i morti nella camera con la finestra aperta e i rumori che giungono a folate.
E anche avere ricordi non basta. Si deve poterli dimenticare, quando sono molti, e si deve avere la grande pazienza di aspettare che ritornino. Perché i ricordi di per se stessi ancora non sono. Solo quando divengono in noi sangue, sguardo e gesto, senza nome e non più scindibile da noi, solo allora può darsi che in una rarissima ora sorga nel loro centro e ne esca la prima parola di un verso."

(I quaderni di Malte Laurids Brigge - Rainer M. Rilke)

Citazione estesa. Alquanto direi.
Mi sono chiesto se fosse etico pubblicare un post dedicato esclusivamente alle parole di un altro. Credo lo sia, soprattutto quando si è certi di non poter esprimere meglio quel concetto.

Conosco persone che scrivono poesie e si dicono poeti, persone che scattano fotografie e si dicono fotografi, persone che stilano autobiografie e si dicono scrittori, persone che colorano una tela e si dicono pittori. Bambini che giocano ad essere qualcuno. Ciò mi meraviglia.

Io scrivo solo filastrocche.



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